Tra cuore e cervello: la nuova sfida dei manager
Abbiamo intervistato di Filippo Poletti e Alberto Ferraris gli autori del recente libro “Smart Leadership Canvas. Come guidare la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale con il cuore e il cervello”. A voi qualche spunto di riflessione.
L’Intelligenza Artificiale può essere considerata come uno straordinario acceleratore e rappresenta un potenziale strategico considerevole per le organizzazioni. Tuttavia, l’integrazione tra AI e processi decisionali costituisce un percorso complesso comportando significativi cambiamenti nelle modalità operative e nella gestione dei collaboratori. Le imprese dovranno, infatti, cercare di instaurare una vera e propria “alleanza” tra questi ultimi e l’Intelligenza Artificiale. Da un lato, i sistemi intelligenti saranno in grado di analizzare grandi quantità di dati e suggerire soluzioni, dall’altro, le persone dovranno contribuire con intuizioni e ragionamento etico.
In questo contesto, la potente leva dell’AI spinge anche i leader ad una trasformazione personale. Quali le sfide per i manager ai tempi AI:
- Engagement dei proprio collaboratori: un’organizzazione moderna si trasforma solo se l’intera azienda si sente a bordo. Il leader deve ingaggiare i collaboratori, far in modo che “si sentano parte di”. Il leader di oggi, oltre al cervello, deve avere un grande cuore rivolto alle persone. Dovrà essere pronto a comunicare in modo efficace e trasparente questo cambiamento epocale guidando le organizzazioni nella giusta direzione e garantendo un utilizzo responsabile dell’Intelligenza Artificiale in sintonia con gli obiettivi strategici.
- Interazione Uomo/Macchina: Centrale sarà la capacità del leader di configurare il come verranno prese le decisioni e da chi e con che ruolo. Alcuni compiti saranno facilmente eseguiti dall’Intelligenza Artificiale (in alcuni casi l’uomo potrà svolgere la sola supervisione come accade nelle fabbriche intelligenti), mentre altri, sebbene apparentemente simili, richiedono ancora un forte intervento umano. La bravura del leader sarà identificare il confine della frontiera, definita frastagliata per le diverse configurazioni di collaborazione uomo-AI a seconda delle varie attività e processi decisionali, per poter sfruttare a pieno il potenziale dell’Intelligenza Artificiale e, ancora più importante, dovrà comprendere come questa frontiera muterà nel tempo e come si svilupperà l’interazione uomo-IA a seconda del contesto interno ed esterno dell’azienda.
- Il leader “smart” dovrà poi sviluppare maggiormente l’etica, l’umiltà, l’empatia, l’adattabilità, la capacità di creare “purpose” con e attraverso i propri collaboratori, caratteristiche queste ultime da vero e propri “coach”. E questo è pienamente in linea con il nuovo ruolo “evoluto” dell’HR che dovrà supportare opportunatamente il business e i leader aziendali in tal senso.
- Prontezza. Il leader deve farsi trovare pronto rispetto a una serie di scenari alternativi in un contesto di continua “Trasformatività”.
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